E’ in corso all’azienda pilota e dimostrativa Sasse Rami di Veneto Agricoltura a Ceregnano nel rodigino la realizzazione di un campo di comparazione tra sei diversi cloni di Paulownia, pianta che compare in Europa agli inizi del 1800, importata dalla Compagnia delle Indie Orientali. Il genere, coltivato da oltre 2600 anni, ha iniziato a suscitare forti interessi a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, quando gli agricoltori cinesi iniziarono ad utilizzare gli alberi di Paulownia per proteggere i loro raccolti da tempeste di sabbia e inondazioni.

Dopo anni di ricerca e attente selezioni varietali, sono state riconosciute al legno di questa pianta interessanti caratteristiche organolettiche, grazie anche alle sue proprietà di sviluppo e rigenerazione. La ricerca e gli studi fin qui effettuati in vari paesi, non solo in Cina, hanno avuto lo scopo di adattare questa pianta a diversi climi, con il fine di promuovere la sua coltivazione in tutto il mondo sia per il rimboschimento sia per l’utilizzo del legno a fini industriali ed energetici.

Il legno di Paulownia si presenta infatti leggero, resistente alla deformazione, alla torsione e alla screpolatura, risultando così semplice da lavorare. Il suo utilizzo è finalizzato alla produzione di travi, mobili e oggetti d’arredo, compensato e pannelli per l’isolamento. La Paulownia, che in primavera produce fiori profumatissimi di colore bianco o lilla, si è diffuso anche in Italia attorno alla metà del secolo scorso.

E’ in questo quadro che si inserisce il progetto di Veneto Agricoltura che punta a valutare le capacità di adattamento della Paulownia alle condizione pedo-climatiche del sito individuato a Ceregnano. I tecnici dell’agenzia regionale intendono così valutare le performance produttive qualitative e di resistenza ai patogeni dei diversi cloni di Paulownia sotto esame in ambiente agricolo, nonché mettere a punto delle tecniche di coltivazione e di gestione degli impianti partendo da un attento lavoro di raccolta, elaborazione ed analisi di dati.

Tutte le operazioni previste dal progetto sono svolte in collaborazione con il CNR – Istituto per la BioEconomia di Sesto Fiorentino che, per l’impianto di Ceregnamo, ha prodotto i tre cloni di provenienza cinese, oggetto della sperimentazione, e con la ditta Roana Cereali di S. Apollinare (RO), che sta curando la messa a dimora delle giovani piantine e la loro fertirrigazione con un impianto di alimentazione mobile, oltre ad aver fornito uno dei sei cloni utilizzati.

Il nuovo impianto si estende su una porzione rettangolare di terreno dell’Azienda Sasse Rami di circa 0,6 ettari il cui dispositivo sperimentale utilizzato prevede l’adozione di uno schema costituito da tre blocchi randomizzati ognuno dei quali suddiviso in sei parcelle di tre piante per tre per un totale di nove piante per ciascun clone di Paulownia, ripetute tre volte nei blocchi per un totale complessivo di 162 piante. A margine della piantagione sono stati messi a dimora ulteriori 58 piante aventi la sola funzione di annullamento dell’effetto margine sulle piante presenti nelle parcelle. Il sesto d’impianto prevede uno schema a file distanziate tra loro di 4 metri e 5 metri tra le piante sulla stessa fila. In totale risultano 11 file (9 + 2 di bordatura).

Finora sono stati messi a dimora cinque cloni con pacciamatura in telo biodegradabile; nei prossimi giorni l’impianto sarà completato con il sesto clone proveniente dalla Spagna con un trasporto refrigerato.